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Food to Action e assemblea regionale Slow Food Trentino



La Distilleria Marzadro di Nogaredo ha ospitato sabato 22 aprile l’Assemblea annuale dell’Associazione Slow Food Trentino Alto Adige. Una giornata importante nella quale non solo si è fatto il punto sulle attività in corso e sulle prospettive future, ma in cui è stata trasformata la natura giuridica in Associazione di Promozione Sociale APS.

I temi all’ordine del giorno sono stati i pilastri dell’azione di Slow Food non solo nel nostro territorio ma in tutto il mondo. L’associazione, nata su intuizione di Carlin Petrini nel 1986, è infatti oggi presente in 150 paesi del mondo in tutti e cinque i continenti. Slow Food è una rete globale di comunità locali che coinvolge milioni di attivisti. La sua azione si esprime anche con una casa editrice, con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. In Trentino Alto Adige Slow Food è organizzata in sei Associazioni territoriali che portano nelle valli Trentine e Altoatesine il messaggio del cibo buono, pulito e giusto, l’importanza della tutela della biodiversità e della consapevolezza del forte legame tra crisi climatica e sistema di produzione, distribuzione e consumo del cibo. Un’associazione ambientalista che cerca di contribuire alla transizione ecologica mettendo al centro il cibo con le sue interconnessioni e i suoi valori.


I lavori dell’Assemblea sono iniziati con un focus dedicato ai progetti educativi di Slow Food Trentino Alto Adige nelle scuole preceduto dal saluto dell’Assessore all’istruzione, Università e cultura della Provincia di Trento Mirko Bisesti: “La collaborazione fra le realtà presenti qui oggi, il mondo della scuola e gli attori culturali del territorio è fondamentale – ha detto Bisesti – Far sì che i giovani possano avere un contatto diretto con la natura ma anche con chi dalla natura ricava ciò di cui ci alimentiamo rappresenta una sfida centrale. Una delle prime iniziative che ho fatto in veste di assessore è stata non a caso promuovere un incontro con i dirigenti scolastici sul tema dell’educazione alimentare. Noi siamo ciò che mangiamo: se partiamo da questo motto e lo trasformiamo in iniziative educative e formative abbiamo già fatto un enorme passo in avanti. Dobbiamo ragionare in prospettiva, proiettandoci sul 2030 e 2040, facendo perno sul volontariato e l’associazionismo, per fortuna molto diffusi in Trentino, e sulla qualità dei nostri prodotti, diffondendo anche la conoscenza di tutto il lavoro e l'impegno da cui scaturiscono. Prodotti non omologati, prodotti che preservano e migliorano, innovandolo, quanto di buono è racchiuso nella nostra tradizione: sapori, paesaggio, caratteristiche del territorio, biodiversità”. Slow Food ha da sempre portato avanti un approccio innovativo e interdisciplinare che si esprime in progetti in scuole di ogni ordine e grado. All’istituto comprensivo Rella di Folgaria il progetto “Il cibo che unisce” parte dal cibo per favorire l’integrazione dei bambini stranieri nella scuola. “La Condotta in classe” che coinvolge il Centro Formazione Professionale di Tione presenta ai futuri operatori della ristorazione un programma di conoscenza dei produttori locali grazie all’impegno di Paolo Betti e dei Cuochi dell’Alleanza. Presso la Scuola delle professioni per il terziario è attivo un insegnamento dedicato all’approfondimento dei sistemi locali del cibo con particolare attenzione alle fasi della distribuzione. Al liceo Russell di Cles, invece, è l’approccio della ricerca scientifica antropologica a portare più di ottanta ragazzi a contatto con gli stakeholder della filiera del cibo per realizzare interviste, video e post social dedicati a come i concetti della sostenibilità e della transizione ecologica stiano modificando abitudini e strategie politiche e aziendali. Infine si aggiunge a tanti interventi di presentazione dei valori e della filosofia slow in numerosi altri istituti, il programma di tirocini attivato con l’Università di Trento.

La seconda sessione di lavori è stata dedicata alla biodiversità. La sua tutela e salvaguardia è una delle chiavi per affrontare la crisi climatica. Slow Food da più di vent’anni ha realizzato il progetto dei Presìdi, comunità di produttori testimoni della cultura enogastronomica e delle buone pratiche agricole che rischiano di scomparire travolte dall’abbandono delle montagne, dalla crisi climatica, dal mancato ricambio generazionale e, più in generale, dalla centralità di un modello economico che le considera non più convenienti. Protagonista il Lupino di Anterivo, divenuto Presidio dopo un lungo percorso di formazione della comunità, presentato da Angelo Carillo, Presidente Slow Food Alto Adige, dal coltivatore Adam Givani, dal sindaco di Anterivo Gustav Mattivi e dalla Presidente dell’azienda di promozione turistica Adele Huber. Gli interventi successivi hanno descritto il Presidio dell’Enantio a piede franco della Vallagarina e la riorganizzazione del Presidio della razza bovina grigio alpina che ora conta cinque produttori tra il Trentino e l’Alto Adige. Giampaolo Gaiarin ha presentato il progetto Slow Food dedicato ai prati stabili, uno straordinario giacimento di biodiversità da tutelare. I progetti di Presìdi ai quali Slow Food lavorerà nel corso del 2023 riguardano le mele storiche e il mais spin della Valsugana oltre ad un ampliamento del Presidio del miele di Alta Montagna alpina.

Nel corso dell’Assemblea è stato confermato il Consiglio direttivo in carica formato da Tommaso Martini, rieletto Presidente e responsabile anche dell’Associazione territoriale Slow Food Valle dell’Adige Alto Garda, Flavio Franceschetti di Slow Food Giudicarie, Antonio Maini di Slow Food Terre del Noce, Filippo Moroni di Slow Food Primiero, Luigi Montibeller di Slow Food Valsugana Lagorai. A loro si sono affiancati quattro nuovi consiglieri: Marta Villa, antropologa del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento, Giuliano Beltrami, Paolo Betti quale coordinatore dei Cuochi dell’Alleanza e Giampaolo Gaiarin quale responsabile dei Presìdi Slow Food del mondo caseario. A loro è andato l’augurio di buon lavoro da parte del Vice Presidente di Slow Food Italia Raoul Tiraboschi mentre Sergio Valentini, fino al 2021 storico Presidente di Slow Food Trentino ha ringraziato coloro che si sono impegnati a portare avanti nel territorio l’associazione.

Nel pomeriggio spazio ai focus group su quattro fondamentali tematiche di riflessione per l’associazione. Raoul Tiraboschi ha coordinato un tavolo sul tema dell’advocacy che si posto la domanda come rendere efficace il contributo della nostra associazione nel dibattito pubblico e politico sulla transizione ecologica. Marta Villa ha invece coordinato il tavolo dedicato al coinvolgimento ponendosi il quesito: il socio Slow Food come attivista militante, in quali valori si riconosce, per quali cause combatte, con quali strumenti? Michele Nardelli si è invece occupato del tema degli ecosistemi mentre Tommaso Martini ha raccolto riflessioni e spunti sulla solidarietà, poiché le battaglie di Slow Food avranno un senso se il cibo buono, pulito e giusto lo potrà essere per tutti. Il risultato di questi lavori sarà utilizzato per attivare un forum di discussione online che coinvolgerà soci Slow Food e tutti coloro che vorranno esprimere la propria opinione.



La giornata si è conclusa con l’invito a partecipare alle iniziative che Slow Food sta organizzando per non far passare sotto silenzio l’Overshoot Day 2023: il 13 maggio in Italia si esauriranno le risorse disponibili per l’intero anno. Dal giorno successivo ognuno di noi vivrà a credito, consumando risorse che sono delle prossime generazioni. A questo tema, al rapporto tra crisi climatica e food system, Slow Food dedicherà due giornate di incontri, mercato, laboratori del gusto il 12 e 13 maggio presso il Dipartimento di Sociologia a Trento in collaborazione con l'Ateneo trentino.

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