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Intervista a Marzio Fait dalla Cop27

Asia Gallato, studentessa di Economia dell'Università di Trento e tirocinante per Slow Food Trentino, intervista Marzio Fait che insieme a Jessica Cuel, Emanuele Rippa, Federica Dossi e Emiliano Campisi si trova a Sharm El Sheik per seguire i lavori della Cop27.

Come mai un giovane Trentino decide di partecipare ad un evento del genere?

La partecipazione a Cop27 a Sharm El Sheik fa parte di un progetto più ampio che è promosso dall'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente ed è realizzato dall'associazione Viração&Jangada.

La prima parte del progetto consisteva in una formazione che ci ha dato la possibilità di informarci sulle tematiche relative al cambiamento climatico, su come funziona una Cop, quali sono le priorità dei vari Paesi per cercare di contrastare il cambiamento climatico.

Una volta che torneremo in Trentino, parteciperemo e cercheremo di contribuire alla creazione di una serie di conferenze su tutto il territorio del trentino e in cui andremo a. coinvolgere i giovani. L'obiettivo principale del progetto sarà quello di creare un documento condiviso con gli sforzi di tutti i giovani di questi territori, creare una conferenza finale e presentare il documento all'APA, ovvero l’Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente.

In base anche alle raccomandazioni che faranno i giovani cercheranno di implementare delle strategie per contrastare a livello locale il cambiamento climatico, perché anche noi, come Trentino, abbiamo delle questioni relative al cambiamento climatico che vanno affrontate.

Ho deciso di partecipare perché appunto oltre la possibilità di venire qui alla Cop, possiamo vedere come funziona una conferenza, di partecipare e assistere. Inoltre, possiamo imparare a comunicare questioni abbastanza complicate come il cambiamento climatico e le negoziazioni della Conferenza, dove non si riesce a farsi un’idea della difficoltà finché non si è qua. Poi il bello del progetto secondo me è che si cerca di declinare a livello locale quello che succede invece nella sfera globale.


Come si svolge la tua giornata?

La nostra giornata inizia verso le 06:30, facciamo una riunione, riprendendo anche le cose dette la sera prima. In queste riunioni ci dividiamo i compiti per la giornata, decidendo ad esempio a che conferenze partecipare, noi siamo in cinque studenti e due accompagnatori e fra noi c’è chi scrive articoli, chi fa i caroselli su Instagram con le immagini, chi le interviste e video. Personalmente mi occupo dei podcast.

Dopo la riunione prendiamo il bus, che ci mette circa un’oretta, che ci porta alla sede della Cop.

Passiamo l’intera giornata tra i vari padiglioni e usciamo per andare a cena.

È un’esperienza molto stimolante, anche se ovviamente non è facile. Si arriva a fine giornata che si è molto stanchi.


È la prima volta che partecipi ad un evento così importante?

È la prima volta che partecipo a un evento così grande; infatti, sono molto contento perché non sai mai cosa aspettarti. Quando siamo arrivati sembrava tutto troppo grande, ci un sacco di persone ed è davvero stimolante, perché hai la possibilità anche di incontrare abitanti da tutto il mondo.


Sei entrato in contatto con persone di altri paesi?

Per i corridoi della COP vedi delegati vestiti con i loro abiti tradizionali. Abbiamo incontrato un sacco di indigeni, ci hanno raccontato le loro storie, sono davvero brave persone e i racconti sono molto interessanti.

Incontrare così tante persone di tante culture ti permette di comprendere quali sono le questioni che loro ritengono più care a livello di cambiamento climatico, noi sappiamo quali sono i problemi dell'Italia, ma anche perché non c'è una copertura mediatica sufficiente, non sappiamo veramente cosa succede in tutto il mondo quindi conoscere persone che vengono dal Sudamerica, dall'Africa e dall’Oceania ti permette di capire tanto.


Ci puoi fare un esempio delle preoccupazioni degli altri paesi?

Le voci che mi hanno colpito di più sono quelle delle persone che vivono lontano dall'Europa e dall'America. Un ragazzo pakistano ci ha parlato dei gravissimi fenomeni atmosferici che hanno colpito il suo Paese negli ultimi mesi. Una ragazza indigena del Perù, invece, delle sue preoccupazioni sulla gestione della foresta amazzonica.

Le preoccupazioni di queste persone sono in linea con le priorità indicate nell'agenda negoziale. I paesi in via di sviluppo chiedono un'azione concreta per contrastare il cambiamento climatico e le perdite e i danni causati dagli eventi atmosferici estremi, visto che spesso sono quelli che risentono maggiormente dei cambiamenti climatici. Bisognerà vedere se queste richieste troveranno una risposta al termine delle negoziazioni.


Stiamo seguendo il vostro podcast cosa volete trasmettere con questo?

Con il podcast volevamo cercare di far sapere anche a chi sta in Trentino cosa succede alla Cop, come funziona. Pensiamo che, come strumento, il podcast sia molto utile per comunicare.

È un metodo diverso, più colloquiale rispetto a un articolo per comunicare quello che succede. Quindi anche magari un medium che può essere utilizzato da persone più giovani. Le persone, in questo modo, possono ascoltarlo mentre fanno altro, al contrario se devi guardare un video o leggere un articolo non puoi svolgere altre mansioni o attività.

Il podcast si può ascoltare sulla sezione Podcast del T oppure cercando "Cose di COP27" su Spotify.


Secondo te porterà a qualcosa la Cop 27, o sarà un fallimento come la Cop 26?

È ancora difficile fare un bilancio di questa COP. All'inizio dei lavori si è parlato di questa edizione, come la COP dell'implementazione. Bisognerà cercare di implementare le intese e gli accordi siglati nelle COP precedenti. Al momento mancano risposte concrete. L'impatto di questa si baserà anche sui risultati delle trattative. Se si riuscirà a trovare un qualche tipo di intesa sulla questione dei Loss and Damages il bilancio potrebbe anche non essere completamente negativo. Quel che è certo è che il target dei 2 gradi centigradi fissato con gli Accordi di Parigi sembra sempre più difficile da mantenere.

In ogni caso le negoziazioni e gli obiettivi sono abbastanza tecnici ed è difficile comprendere l'impatto di una COP quando è ancora in corso. Secondo me riusciremo a capirne la portata nei prossimi anni quando le misure adottate in questa edizione troveranno un'implementazione.

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