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La Vigna Eccellente a Isera

di Michela Frisinghelli, Consiglio comunale di Isera

micifrisi@gmail.com Fotografie di Benedetta Andreolli


Anche quest’anno, dal 9 all’11 ottobre, il territorio del Comune di Isera è stato teatro della manifestazione “La Vigna Eccellente”. Arrivata alla sua XIX edizione l’iniziativa ha previsto, come cornice al momento finale della premiazione, un ampio programma di attività di laboratorio, degustazioni e cene a tema, pensate con l’obiettivo di coinvolgere tutta la popolazione, dai più piccoli ai più grandi.



Per dare un forte segnale di positività e attività in questo momento di particolare incertezza, è stato organizzato un nuovo evento: l’Agribus - alle radici del cibo. l’Agribus è stato pensato non solo come viaggio enogastronomico a tappe alla scoperta di alcune eccellenze e bellezze nascoste del nostro territorio ma anche come opportunità di dialogo con realtà territoriali spesso marginalizzate come le frazioni.

Il senso meno manifesto era anche questo: viaggiare per assaporare la qualità dei prodotti riabbracciando il contesto rurale come officina di tradizioni e biodiversità.



Poco dopo la partenza da Cornalè, l’Agribus ha effettuato la prima sosta a Isera dove i partecipanti hanno incontrato l’apicoltore Renzo Manica. Dopo aver assaggiato i vari tipi di miele il pensiero si è rivolto sull’importanza del lavoro svolto quotidianamente da Renzo nella salvaguardia di questo insetto fondamentale nel nostro ecosistema.


Mentre il bus si dirigeva verso la seconda tappa, Lenzima, le guide (Sergio Valentini e Gianfranco Frisinghelli) hanno presentato ai partecipanti la storia e le curiosità proprie dei luoghi che si stavano progressivamente scoprendo lungo il percorso. Arrivati a Lenzima con una visione più chiara sul territorio circostante, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di conoscere due giovani agricoltori: Stefano Frisinghelli dell’azienda agricola biologica e biodinamica La terra e il sole e Simone Frisinghelli dell’Azienda agricola biologica Frisinghelli. In una antica corte, allietati dalla musica di una fisarmonica, abbiamo riassaporato sapori antichi come “polenta e lat” e pane e marmellata ma anche sapori più insoliti come la torta di zucchine, abbinati al Trento DOC della Cantina di Isera.



La terza tappa, nella frazione di Patone, ci ha portato alla scoperta di Biodebiasi, un’azienda impegnata nella lavorazione e trasformazione dei prodotti orticoli e di piccoli frutti. Ad accompagnare gli assaggi proposti dalla famiglia Debiasi sono stati serviti il nosiola, il moscato giallo e il marzemino della cantina Spagnolli di Isera. Entrambe sono aziende a conduzione familiare, Spagnolli vini poggia su una lunga tradizione con il passaggio di generazione in generazione di tecniche e saperi, la famiglia Debiasi giorno dopo giorno sta facendo germogliare in maniera parallela la propria azienda e il futuro dei propri figli. In questo clima di unità, abbiamo percepito che il cambiamento deve passare necessariamente anche dalla famiglia, non solo come luogo trasmissione delle tecniche e delle buone pratiche agricole, ma anche come luogo affettivo, di sicurezza e di sostegno reciproco.



A Folaso la tappa successiva. Siamo stati ospiti nella bellissima corte di Marco Tonini che, assieme alla famiglia, ha proposto il proprio Marzemino e lo spumante Trento Doc. Presente anche l’istrionico Maurizio Zanghielli con il suo peperoncino trentino e Mas del Gnac della cooperativa sociale Gruppo 78 con i loro prodotti biologici.


Di quest’ultima realtà va sottolineato come il lavoro svolto non si orienti solamente alla salvaguardia del territorio adottando tecniche di coltivazione biologica ma dà concrete opportunità di inclusione sociale ai soggetti più fragili. Come sappiamo ogni scelta ha un peso, non è mai neutrale, e andare a premiare un modello produttivo di questo tipo può incidere in maniera importante sul tessuto sociale della nostra comunità. Valorizzando l’intenzione sociale che può esserci dietro al prodotto, possiamo far fiorire una comunità nutrita da ciò che Carlin Petrini definisce “biodiversità umana”, con le sue debolezze e fragilità.

Dopo aver brindato a queste realtà animatrici dello sviluppo economico, ambientale ma anche sociale del nostro territorio, ci siamo diretti verso la quinta tappa: la Cantina sociale di Isera a Cornalè.



Il direttore Massimo Tarter ha presentato in anteprima il Marzemino Etichetta Verde 2018, un vino che arriva al termine di un percorso iniziato dopo la difficile annata 2014 di reimpostazione dell’etichetta verde e dei vigneti e che ha visto riscoprire anche la storia bottiglia che la cantina di Isera usava negli anni Cinquanta.

Il marzemino è stato proposto in abbinamento con il Pane Comunale e il Casolet Presìdio Slow Food della Val di Rabbi. Il Pane Comunale 2020 prodotto dal Panificio Moderno è il risultato di un intreccio di legami esemplare. Tutto parte dalle campagne di Lenzima dove Simone Frisinghelli coltiva il grano tenero. Questo viene poi macinato al Mas del Gnac attraverso una macinatura a pietra mentre la panificazione avviene al Panificio Moderno nei laboratori lungo l’Adige a Cornalè.

In questa tappa abbiamo avuto l’occasione di conoscere anche un’altra realtà originale di Isera, la Comunità frizzante che produce bibite gassate che prevedono, in ogni fase di sviluppo, la collaborazione di soggetti diversi presenti sul territorio della Vallagarina.



Nella sesta tappa siamo stati ospiti della Cantina De Tarczal a Marano dove Matteo Marzari, l’enologo dell’azienda, ci ha condotto in visita alla cantina storica. Nella accogliente stube abbiamo assaggiato il marzemino prodotto dalla storica azienda in compagni di Elena e Ruggero De Tarczal, e ci siamo riscaldati con un tipico orzetto e l’allegra musica della fisarmonica che ci ha regalato semplici e genuini momenti di condivisa felicità.


Dulcis in fundo, l’ultima tappa si è svolta alla Casa del Vino di Isera dove, assaporando dolci a base di marzemino, abbiamo degustato i vini della piccola ma sempre in fermento Azienda Agricola La Vigne di Marco Spagnolli.


Il successo dell’iniziativa, l’entusiasmo dei visitatori e l’impegno di produttori e volontari, sono risultati ancora più importanti contestualizzati nelle difficoltà che stiamo vivendo in questi mesi in cui si deve rispettare il distanziamento sociale e il fare comunità è messo a rischio dalle limitazioni fisiche.

La Comunità di Isera ha dimostrato di volersi impegnare per promuovere la sua ricchezza e la biodiversità delle produzioni, da quelle legate al marzemino e al mondo del vino fino a quelle orticole e di trasformazione. L’azione condivisa e il senso di Comunità sono alla base della strategia da adottare per tutelare e promuovere un territorio tutto da scoprire.


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