Dichiarazione Slow Food Cibo, Pace, Solidarietà
PROGETTO CIBO, PACE, SOLIDARIETÀ CON SLOW FOOD TRENTINO
Oggi, mentre siamo qui a conoscere meglio il cibo buono, pulito e giusto del Trentino e le comunità che lo producono, in altre parti del mondo il cibo è un’arma.
A Gaza, in Cisgiordania, a Khartoum e in tanti luoghi dimenticati si muore di fame non per mancanza di cibo, ma per volontà di chi lo nega.
La crisi climatica desertifica ampi territori, prosciuga fonti, sconvolge i cicli della natura, sprigiona eventi metereologici estremi, ondate di caldo, inondazioni, spingendo intere comunità a lasciare la propria terra. Ad ogni grado di aumento della temperatura, circa un miliardo di persone saranno spinte fuori dalle zone in cui gli esseri umani hanno vissuto per centinaia di anni.
Anche nelle nostre città e nelle nostre valli, per troppe persone, nutrirsi di cibo buono, pulito e giusto è un lusso irraggiungibile.
Il cibo non è privilegio, non è strumento di potere, non è merce di scambio né mezzo di dominio, non deve dividere né ferire: è un diritto che appartiene a tutti, è memoria di chi siamo, legame tra le persone, speranza di futuro. È nutrimento per noi e per i territori che abitiamo. È frutto dell’incontro, dello scambio culturale, è meticciato, contaminazione e condivisione.
Per questo Slow Food dice no all’uso del cibo come strumento di guerra, no a un’impostazione coloniale della (finta) solidarietà, no alla sua negazione come ricatto, no alle disuguaglianze che lo trasformano in privilegio per pochi.
La salvaguardia degli ecosistemi e la custodia della biodiversità sono priorità assolute: la produzione e la distribuzione del cibo non possono essere in conflitto con la natura, ma devono essere in armonia con essa. Allo stesso modo, riconosciamo la diversità e la pluralità umana– genetica, culturale, linguistica, generazionale, sessuale o religiosa – come la più grande ricchezza di cui disponiamo.
Sappiamo che l’iniqua distribuzione delle ricchezze è all’origine di sofferenze e ingiustizie, anche nella filiera del cibo. Crediamo che le politiche del cibo siano uno strumento imprescindibile per rifondare il sistema alimentare e affrontare questioni come accessibilità, sprechi, salute, rapporto cittadini-agricoltori e valorizzazione delle economie locali.
Il cibo, in ogni cultura e religione, è simbolo di pace, ospitalità e rispetto reciproco: per questo è un potente strumento sociale e culturale per educare alla pace.
Lo diciamo ad alta voce, lo ripetiamo ovunque:
Finché ci sarà qualcuno che non può nutrirsi, non ci sarà pace.
Finché il cibo servirà a dominare, non ci sarà giustizia.
Finché il diritto al cibo sarà violato, lo sarà anche la dignità umana.
E non ci sarà futuro finché la produzione di cibo non ritroverà un equilibrio con le risorse della terra



