Il ricordo di Agnese Iobstraibizer
- SlowFoodAltoAdigeSüdtirol
- 31 mag
- Tempo di lettura: 3 min

Si è spenta nei giorni scorsi Agnese Iobstraibizer, all’età di 86 anni. Anche la scorsa estate era possibile incontrarla nella sua amata malga Cagnon di Sopra, ed è stato così come per tutto il mezzo secolo precedente. Per una vita Agnese ha coltivato un’oasi di biodiversità e di coesistenza armonica tra l’attività umana e la natura nel cuore della catena montuosa del Lagorai, in Trentino, a quasi 2.000 metri: 392 ettari di pascoli e boschi. Laura Zanetti, fondatrice e per decenni presidente della Libera Associazione Malghesi e Pastori del Lagorai, ne traccia un commosso ricordo sul sito di Slow Food Italia.
***
Ci saranno altre Agnese sul Lagorai e sugli alpeggi trentini? Il richiamo in antico dialetto tedesco, o nelle tante lingue dell’arco alpino, riecheggerà ancora nei prossimi decenni? Racconteremo ancora storie come quella che Laura Zanetti ci ha trasmesso in questo ricordo?
È una scelta di futuro, che spetta a ciascuno di noi indirizzare. Un destino che può ancora immaginare montagne abitate, vive, laboratori di pensiero alternativo e plurale, culle di biodiversità e stimoli al cambiamento. Oppure montagne spopolate, sapori e pensieri sterilizzati. Le conseguenze sarebbero drammatiche.
Dovremmo conoscere le storie di Agnese, e delle tante Agnesi di ieri e di oggi, per renderci conto di quanto abbiamo bisogno della montagna. Non per una gita domenicale. Non per un momento di pausa della calura estiva. Non solo per assaggiare sapori straordinari. Abbiamo bisogno della montagna perché la sicurezza del fondovalle e delle città è legata a doppio filo alle attività che qui si svolgono. Sfalciare un prato, curare un pascolo, mantenere un torrente pulito, salvaguardare i muretti a secco: sono tutte azioni che incidono direttamente sulla capacità dei territori a valle di reagire al dissesto idrogeologico e agli eventi estremi.
Abbiamo bisogno della montagna perché dalla montagna arrivano le energie per affrontare la crisi climatica e i cambiamenti in corso. A partire dalla biodiversità, custodita e migliorata da secoli da agricoltori e allevatori, in un lavoro paziente e in simbiosi con la natura. Le comunità montane conservano una moltitudine di risorse che sono saperi materiali e immateriali che non possono andare perduti, frutto di una cultura antichissima e sempre proiettata nelle sfide del futuro. La montagna, oggi più che mai ferita, mostra le cicatrici più evidenti della crisi climatica. Eppure rimane una palestra di modalità altre di fare comunità e creare relazioni. Dopo tanti anni in cui abbiamo cercato di portare i modelli “di pianura” in montagna, oggi abbiamo bisogno più che mai di riscoprire in pianura i valori che hanno animato per una vita Agnese.
Supportiamo i tanti giovani che tra qualche settimana saliranno negli alpeggi delle valli alpine. Andiamo a trovarli, rispettando il ritmo e i bisogni del lavoro che qui svolgeranno. Portiamo loro il nostro sostegno. Ascoltiamo le storie che avranno da raccontarci, per comprenderne le speranze, la visione e i bisogni. E da cittadini attivi indirizziamo le nostre scelte per non portar loro via il futuro. Non solo le scelte di acquisto alimentare. Ma anche quelle del nostro impegno sociale, delle deleghe che affidiamo alla politica, della cura che scegliamo di esercitare, delle conoscenze che decidiamo di condividere.
Salutiamo Agnese, e auguriamo buon lavoro a tutti i ragazzi e le ragazze che, estate dopo estate e ancora per tanti e tanti anni, ne raccolgono l’impegno e ne proseguono la testimonianza.
Comentarios