Cuochi dell'Alleanza per una Slow Food degli ecosistemi
- SlowFoodAltoAdigeSüdtirol
- 15 lug
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Di seguito l'intervento che Paolo Betti, coordinatore dei Cuochi dell'Alleanza per il Trentino Alto Adige, ha presentato all'Assemblea Slow Food Italia di Roma il 12 luglio 2025 presso la sede della FAO, ai delegati riuniti in sessione plenaria.

Vi porto le riflessioni che stiamo sviluppando come Cuochi dell’Alleanza in collaborazione con le associazioni territoriali in Trentino Alto Adige. Ho molto apprezzato il titolo di questa assemblea: un’altra idea di monto e gli interventi in cui si è sottolineato la necessità di pensare a nuove geografie.
Anche noi cuochi avvertiamo sempre più l’esigenza di avere una prospettiva che non è delimitata dai confini amministrativi, che nascono con logiche e finalità ben lontane da quelle di Slow Food.
Avvertiamo l’esigenza di ragionare per ecosistemi e quindi confrontarci e conoscere i colleghi che, anche se in un’altra regione amministrativa, insistono su territori che presentano problemi e prospettive comuni.
Un esempio eclatante può essere quello del Lago di Garda. Oggi è necessario che i Cuochi dell’alleanza di quell’ecosistema ragionino insieme per affrontare sfide comuni che vanno dalla tutela delle risorse ittiche alla valorizzazione pesci minori, dal coordinamento con i pescatori ai problemi legati all’overtuorism, dall’acquacultura intensiva ai cambiamenti climatici. possiamo fare lo stesso ragionamento per un ecosistema altrettanto complesso come quello delle Dolomiti, magari ragionando insieme anche del problema del latte crudo. Ma è un ecosistema anche il bacino fluviale del fiume Adige che unirebbe i cuochi dal confine con l’Austria fino al Mare Adriatico.
Possiamo quindi immaginarci infiniti ecosistemi, molteplici combinazioni per collaborare insieme e pensare veramente a un’altra idea di mondo.
Tutto ciò in stretta sinergia con i diversi progetti di Slow Food: le reti associative, i produttori, l’Università, la casa editrice.
Ovviamente mantenendo ognuno il suo legame con il rispettivo sistema locale del cibo.
Consideriamoci il perno fondamentale dei sistemi locali del cibo, la presenza di un’osteria è un elemento che aiuta la comunità a resistere in un territorio, contrasta l’abbandono e sostiene la vitalità delle aree interne e della montagna.
Un cuoco dell’alleanza sostiene le micro economie famigliari con la propria cucina e stimola, in sala, il turismo delle relazioni, crea orgoglio e identità rendendo desiderabile la restanza.
Ha inoltre decine decina di occasioni quotidiane per trasmettere i valori di Slow Food ai propri ospiti, posssiamo, se tutti ci impegniamo a farlo, essere la linfa vitale di questa associazione e del cambiamento per cui ci stiamo impegnando.






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