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I marroni di Campi nell'Arca del Gusto

Articolo tratto da Slowzine n. 7 - febbraio2021


L’Arca del gusto è un catalogo che segnala razze animali, varietà di frutta, verdura, formaggi, pani, dolci, salumi. Ne porta alla luce l’esistenza e denuncia il rischio che possano scomparire, contribuendo all’impoverimento della biodiversità e dei saperi agricoli tradizionali. Da poco vi è entrato a far parte il marrone di Campi.



La biodiversità agroalimentare e l’agricoltura familiare di piccola scala sono in pericolo infatti in tutto il mondo a causa dell’industrializzazione dell’agricoltura, dell’erosione genetica, della trasformazione degli stili alimentari, dei cambiamenti climatici, dell’abbandono delle aree rurali, delle migrazioni e dei conflitti. L’Arca invita tutti a fare qualcosa: a volte serve riscoprire questi prodotti e riportarli sulle tavole, a volte serve raccontarli e sostenere i produttori; in alcuni casi – quando i prodotti sono specie selvatiche a grave rischio di estinzione – è meglio mangiarne meno o non mangiarli affatto, per tutelarli e favorirne la riproduzione.


Il marrone di Campi è un ecotipo che secondo alcune fonti, sarebbe giunto in Trentino intorno al 1800, quando un gruppo di lavoratori rientrò dal Piemonte dopo aver lavorato nei castagneti popolati da alberi di questa varietà. La segnalazione è stata fatta da Angiolino Bertoni e rientra nella collaborazione con l’Associazione La Credenza per individuare insieme varietà da inserire nell’Arca del Gusto.


Si narra che i marroni di Campi fossero ben noti anche alla corte degli Asburgo. Il libro “In viaggio con Sissi. Un dolce per Sua Maestà” di Marina Bressan, racconta che l’imperatrice, alloggiata all’Hotel Sole di Riva del Garda nell’ottobre del 1897, avesse a disposizione nella sua stanza coppe di frutta di stagione tra cui figuravano proprio i marroni di Campi, che il Meneghelli, il tuttofare dell’albergo, aveva ricevuto dai suoi parenti di Campi.


Il frutto ha una buccia scura, con striature chiare evidenti, ed è particolarmente dolce all’assaggio.




Oggi nella valle di Campi, nel comune di Riva del Garda, si contano circa 1500 piante, tutte censite. Ogni pianta produce circa 30 kg di prodotto vendibile. L’albero più antico della valletta di Campi ha circa 550 anni ed è alto 22 metri.


Il disciplinare della De. Co. concesso dal Comune di Riva del Garda prevede che i marroni siano raccolti a mano e poi trasferiti in bacinelle colme di acqua, dando inizio al periodo di novena: per nove giorni i marroni rimangono immersi in acqua e qui avviene la fermentazione lattica che li protegge da funghi e altri agenti patogeni garantendone allo stesso tempo una maggiore durata. In seguito, si lasciano asciugare al sole e poi si selezionano manualmente i frutti migliori.


Dal 2004 l’Associazione di tutela Marroni e prodotti tipici di Campi, con la collaborazione dell’Università di Firenze e dell’istituto agrario di San Michele all’Adige, ha intrapreso un lavoro di recupero dei castagneti, anche attraverso l’organizzazione di eventi educativi e divulgativi. L’intento è quello di aumentare la consapevolezza circa l’importanza di questa coltura per il mantenimento dell’ecosistema della montagna.


I marroni si consumano bolliti o arrostiti. Ma c’è anche un’antica ricetta, quella della purea di marroni salada: una crema di marroni salata con cui anticamente si accompagnavano i bolliti e la carne salada bollita.


L’ingresso dei marroni di campi nell’Arca è l’inizio di un percorso di mappatura dei territori vocati alla castinicoltura che ha l’obiettivo di verificare le condizioni per creare un Presidio Slow Food delle castagne trentine. Nelle prossime settimane proseguirà la mappatura con l’ingresso nell’Arca dei prodotti di altre aree vocate quali Drena, Pranzo, Castione, Roncegno.




Nella foto il “re dei maroneri” patriarca di circa 550 anni alto 22 metri.



Per maggiori informazioni contattare l’Associazione Tutela Marroni e Prodotti Tipici Di Campi

Angiolino Bertoni

bertoniangiolino48@gmail.com

T. 333 436 5401



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