Col cibo si educa, con il cibo si cambia
- SlowFoodAltoAdigeSüdtirol
- 16 set
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Grazie a il T quotidiano ogni due venerdì, Slow Food Trentino cura a partire dal 14 febbraio 2025 una rubrica sulla pagina Terra Madre. Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2025

La filiera alimentare è probabilmente quella che più di ogni altra pervade le nostre vite. Modella il nostro corpo e la nostra identità, scandisce le giornate e le relazioni, definisce paesaggi ed economie, ha un impatto sull’ambiente e sul consumo delle risorse, può arrivare a scatenare conflitti.
Eppure, la conoscenza delle infinite interrelazioni che la compongono, rimane in superficie. Ci approcciamo ad essa considerandoci soprattutto consumatori. Acquisiamo competenze che come tali ci identificano, inserendoci quasi inconsapevolmente in una dimensione di educazione al consumo. Approfondiamo le questioni annonarie (prezzi, scadenze, pesi) e igienico sanitarie, rivendicandone il rispetto come diritto inalienabile. L’approfondimento dello spettro di significati, valori, connessioni che il cibo porta con sé, è relegato alla curiosità individuale. Spesso confinato in contesti di tempo libero e ricreativi. Non è un limite dei nostri tempi, già Plinio scriveva: «Cominceremo ora a trattare l’opera più grandiosa della natura: esporremo all’uomo i suoi cibi, e lo costringeremo ad ammettere che gli è sconosciuto ciò che lo fa vivere». Oggi la distanza è ancora più netta. Globalizzazione, aumento di produzioni di cibi trasformati e processati, nuovi canali distributivi - che rispondono ai mutati stili di vita del mondo contemporaneo- e il dilatarsi della filiera nello spazio e nel tempo, hanno reso il nostro rapporto con il cibo ancora più opaco ed astratto.
Slow Food ha intuito la necessità di creare percorsi di studio con al centro il cibo, per indagarne la natura multidisciplinare, e ha dato la sua risposta con la fondazione dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Nata nel 2004, ha avuto il merito di portare all’introduzione di una classe di laurea presente oggi in più di quindici atenei italiani.
Ma è evidente che l’importanza della filiera alimentare rende necessario un insegnamento che accompagni la crescita personale di conoscenze e competenze fin dalla scuola dell’obbligo. Per questo Slow Food ha lanciato un appello affinché l’educazione alimentare diventi materia obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado. A sostegno di questa proposta è stato redatto un manifesto dal titolo Col cibo si educa, col cibo si cambia, in cui si afferma che: «il cibo è lo strumento ideale per sperimentare e promuovere un’educazione articolata, complessa e creativa, che dia valore all’interdipendenza, all’ambiente e ai beni comuni».
Un primo approccio ad un insegnamento organico di questi temi è rappresentato dal progetto “Orti a scuola”. Coinvolge 415 plessi scolastici e 35.000 studenti in tutta Italia. Una comunità che, attorno a uno spazio coltivato nel cortile della scuola, sviluppa innanzitutto percorsi di approfondimento per gli insegnanti. Come spiega Stefania Durante, coordinatrice Ufficio educazione Slow Food Italia: «È un’aula a cielo aperto, che da più di vent’anni ci permette di far conoscere il cibo e di farne esperienza, coinvolgendo tutti i sensi di ragazzi e ragazze. Permette di coltivare anche valori come il significato dell’attesa, il senso di responsabilità verso ciò di cui ci si prende cura. Promuove metodologie attive per gli insegnanti, che possono mettere in circolazione saperi nuovi. Infine, incentiviamo la partecipazione dei nonni ortolani per favorire l’incontro intergenerazionale».
Slow Food Trentino ha elaborato una selezione di proposte formative che presentano, in nuce, alcuni temi di un programma di educazione alimentare. Si tratta di incontri avviati nello scorso anno scolastico e che vengono riproposti in quello che inizia in questi giorni. L’obiettivo è approfondire il legame individuale con il cibo, per poi estendere la prospettiva alle connessioni che uniscono individui, comunità e ambiente. Le modalità didattiche sono molteplici, dal laboratorio al
La psicologa dell’alimentazione Laura Endrighi ha incontrato alcune classi di istituti primari e secondari con il laboratorio “Come e perché mangiamo”, che invita ragazzi e ragazze a riflettere sull’origine delle scelte alimentari.
Con la presenza in aula dei Cuochi dell’Alleanza del Trentino sono stati intrapresi percorsi di avvicinamento agli ingredienti grezzi, offrendo l’esperienza diretta della loro manipolazione e lavorazione. Un’attività non scontata: per molti giovani è insolito confrontarsi con la materia prima nella sua forma originaria — la farina, le verdure fresche, il latte — poiché la quotidianità li abitua a cibi già trasformati e pronti al consumo.
Un ulteriore ambito di coinvolgimento diretto sono i Laboratori del gusto, occasioni per educare ad ascoltare i propri sensi ed entrare in connessione con il cibo in modo attento e consapevole. La formazione continua della capacità percettiva assume oggi un valore etico. Riconoscere e apprezzare sapori non omologati è un atto di resistenza alla diminuzione di colture variegate e della biodiversità, sostituite da monoculture su larga scala. Significa dare valore a gusti non alterati da metodi di produzione che guardano unicamente alla massimizzazione, alla standardizzazione e allo scollamento tra i sensi e l’atto del nutrirsi. In questi Laboratori del Gusto è stato possibile, ad esempio, assaggiare e approfondire la conoscenza di tante diverse tipologie di legumi, affrontando un’altra tematica cruciale: la transizione proteica e la necessaria riduzione del consumo di carne.
Slow Food Trentino ha proposto nelle scuole delle attività di confronto guidato per discutere insieme sul significato di alcuni concetti chiave per comprendere la filiera alimentare (Biodiversità, sostenibilità, ecosistemi), invitando ragazzi e ragazze a mettere in relazione le proprie definizioni con quelle scientifiche.
Educazione alimentare significa anche conoscenza del territorio, restituire dignità e valore alle produzioni locali, comprendendone il ruolo fondamentale nella definizione del paesaggio, delle economie locali e della vitalità delle comunità. Comporta comprendere lo stretto legame tra produzione, distribuzione e consumo di cibo e la crisi climatica, senza cedere all’errore di considerare il mondo agricolo nemico dell’ambiente. Nel corso del nuovo anno scolastico l’obiettivo di Slow Food è individuare il partner per affrontare il complesso ambito della relazione tra cibo e salute, già presente in molti progetti scolastici.
Il percorso “Cibo, pace e solidarietà” di Slow Food Trentino, dedicato ad approfondire alcune tematiche di attualità connesse al cibo — povertà alimentare, cibo come arma di guerra, crisi climatica e migrazioni — prevede interventi nelle scuole con l’obiettivo di connettere la sfera del cibo con le grandi questioni del presente.
L’educazione alimentare è uno strumento di cittadinanza attiva, capace di guidare ragazzi e ragazze nelle scelte alimentari, ma anche di comprendere meglio la complessità, individuare prospettive professionali, riconoscere aspirazioni e prospettive dei territori e delle comunità che vi abitano. Attuare, infine, la transizione ecologica, rendendola un processo che si sviluppa su basi culturali condivise e radicate nella cultura delle nuove generazioni.






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