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Montagna 2050: un tour nei territori sulle terre alte

Grazie a il T quotidiano ogni due settimane, Slow Food Trentino cura a partire dal 14 febbraio 2025 una rubrica sulla pagina Terra Madre. Questo articolo è stato pubblicato venerdì 21 novembre 2025.

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Il grande geografo Franco Farinelli individua nell’isotropia una delle caratteristiche fondamentali del modello con cui, da secoli, organizziamo e pensiamo le nostre società. Lo Stato-nazione si fonda sull’idea che tutto converga verso un centro, la capitale, e attorno a questo nucleo si modulano le singole unità territoriali. Siamo abituati a questa geografia, a una cartografia del mondo che è diventata una mappa dentro la quale elaboriamo visioni e decisioni. Una forma mentis che entra in tensione con le esigenze dei territori montani, per loro natura ecosistemi estremante complessi, da interpretare in senso verticale e difficilmente riducibili alla bidimensionalità di una mappa. Così come la globalizzazione ci obbliga a ripensare le geografie tradizionali, anche la montagna – abitata e animata dalle sue comunità – deve essere ricollocata in una dimensione inedita. Come ha recentemente affermato, con un’immagine molto efficace, la direttrice di Slow Food, Serena Milano, «L’Italia è un paese scivolato a valle. Ubriacata dalle praterie di affari che consentivano la cementificazione delle coste e la dilatazione delle grandi città, negli ultimi settant’anni ha dimenticato larga parte del suo territorio. Lo spostamento a valle è andato di pari passo con la corsa verso il grande. Un processo di sviluppo che genera disuguaglianze sociali, perché chi abita in montagna non ha lo stesso accesso ai diritti fondamentali di chi abita in città». Nonostante ciò, il Rapporto Montagne 2025 dell’UNCEM, ha evidenziato come, tra il 2019 e il 2023, siano andate a vivere in montagna 100 mila persone in più. Queste considerazioni ci obbligano, in primo luogo, ad ascoltare la montagna e chi la abita. Per questo Slow Food Trentino ha elaborato il percorso “Montagna 2050”: una serie di tappe nelle valli del Trentino per raccogliere prospettive, visioni e idee in modo partecipato, e restituirle al pubblico dei residenti, degli ospiti e alle istituzioni. Un laboratorio diffuso al quale i cittadini sono invitati a partecipare per confrontarsi su sette macro-temi al centro del dibattito sulle Terre Alte.

 

In ogni appuntamento di “Montagna 2050” saranno organizzati sei tavoli di discussione. Il primo riguarda la partecipazione civica e la rappresentanza delle aree interne. “Voce alta: facciamoci ascoltare” è il titolo di un tavolo di lavoro per riflettere su come garantire che le istanze dei territori cosiddetti periferici siano ascoltate dai decisori pubblici centrali. Parallelamente, la riflessione investe l’agricoltura di montagna, interrogandosi sui modelli agricoli e di allevamento capaci di custodire la biodiversità e, al contempo, creare nuove opportunità di lavoro, garantendo la trasmissione di saperi tra generazioni.   “Siete i benvenuti” è invece il gruppo di lavoro dedicato al modello turistico per la montagna: un confronto su come evitare monoculture turistiche che trasformano la montagna in un parco tematico. E quindi sulle modalità per creare relazioni con il tessuto sociale residente, esprimendo un equilibrio in grado di generare nuove risorse per le comunità. Pensare la montagna ha a che fare anche con la sua narrazione, con l’immaginario che la circonda: “Scopriamoci” è il tavolo dedicato a come raccontarla senza stereotipi e semplificazioni, o subendo una rappresentazione eterodiretta.  “Restare in azione” accoglie le visioni sull’abitare e sul diritto alla vita quotidiana di chi resta in montagna: elementi fondamentali anche per attrarre nuovi residenti. Infine, “Sentieri comuni”, uno spazio sul ruolo delle associazioni per le comunità di montagna e sulla loro capacità di attivare energie collettive.

 

Grumes, in Val di Cembra, una delle tappe di Montagna 20250 – foto di Stefano Campo
Grumes, in Val di Cembra, una delle tappe di Montagna 20250 – foto di Stefano Campo

Ascoltare chi vive la montagna risponde anche all’invito espresso lo scorso 12 novembre dal Presidente delle Repubblica all’Assemblea ANCI, quando ha richiamato la necessità di un’agenda del controesodo capace di sostenere i sistemi locali di zone montane, are interne e delle piccole isole.

Il progetto “Montagna 2050” è finanziato da Fondazione Caritro e del Comitato Trento Capitale Italiana ed Europea del Volontariato 2024, ed è sostenuto da una serie di realtà radicate nei singoli contesti locali che aiuteranno Slow Food a entrare in dialogo con le comunità. Il primo appuntamento, il 29 novembre a Terragnolo, è reso possibile dalla collaborazione con le associazioni Rebut e Terragnolo che conta.

 

Ogni incontro sarà arricchito dalla presenza di un esperto che porterà una testimonianza da altri territori. A Terragnolo interverrà Daniele Giovannoli, titolare dell’Azienda Agricola Tamorri Vera a Cascia, nel cuore dell’Appennino umbro, dove produce il Grano Saraceno della Valnerina, Presidio Slow Food. La sua presenza vuole offrire ai produttori del Grano Saraceno di Terragnolo l’occasione di confrontarsi con un’esperienza proveniente da un altro territorio, nel solco di una Slow Food degli ecosistemi: una nuova geografia capace di mettere in connessione sistemi agricoli anche lontani, ma legati da sfide e visioni comuni.

 

Gli incontri sono aperti a tutti i cittadini, ma anche a chi nei territori si trova per lavoro o per turismo, e raggiungeranno nei prossimi mesi il Primiero, la Val di Cembra, l’Oltresommo negli Altipiani Cimbri, la Val di Pejo e la Val di Fassa, attraversando quindi contesti molto diverse. Al termine del percorso, previsto per l’estate 2026, saranno realizzati un manifesto, un podcast narrativo e un momento pubblico di restituzione.

 
 
 

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@ 2025 Slow Food Trentino Alto Adige Südtirol

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