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Dal meeting di Slow Food Youth Network a Roma, intervista a Matteo Discepoli

Il gruppo SFYN del Trentino è nato da pochi mesi ed è entrato a far parte di una rete nazionale e internazionale di giovani attivisti Slow Food che si confrontano e agiscono per contribuire al cambiamento che è al centro delle politiche di Slow Food.


Matteo Discepoli è sceso a Roma dal Trentino per incontrare i rappresentanti degli altri gruppi italiani in occasione del meeting nazionale. Asia Gallato, studentesse dell'Università di Trento, lo ha intervistato.



Ciao Matteo, Sfyn trentino è nata da poco, a Roma vi siete confrontati con altri gruppi d’Italia, quali sono stati gli argomenti principali?


Ci siamo incontrati nei giorni 3 e 4 di dicembre a Roma alla Città dell’altra economia ex Mattatoio vicino al mercato di Testaccio appunto.

Abbiamo affrontato molti ambiti, dal livello organizzativo alla gestione politica, dal cibo locale accessibile a tutti all’educazione scolastica, dall’agroecologia allo spreco alimentare.

Per affrontare queste tematiche come prima cosa siamo arrivati alla conclusione che ognuno debba lavorare nella propria regione e tutti con i principi del buono, pulito, giusto che possa includere tutti in modo consapevole senza sfruttamenti, senza abbondanze e disparità.

Gli ingredienti per non lasciare queste parole vuote sono l’applicazione sul territorio, costanza, continuità e credere in ciò che si fa.


Si sono riscontrare esigenze diverse nel trentino rispetto al resto d’Italia?


Una delle cose che in Trentino è più facile trovare settimanalmente sono i mercati contadini nelle piazze, come invece non lo è per Roma che fa molta più difficoltà a trovare produttori contadini che vadano nelle piazze con prodotti locali.


Quali sono i progetti del 2023 a livello italiano?


Uno dei progetti di cui si è discusso in questi 2 giorni è di riuscire ad entrare nelle scuole per fare delle piccole lezioni sull’educazione alimentare con esempi concreti, cercando di dare a loro una chiave di lettura diversa già in giovane età, portare i bambini delle scuole elementari in gita prima in un’azienda agricola e poi un una grande azienda che produce cibo e sentire senza dirgli nulla cosa e quale cibo è più sano e genuino.

Far capire già ai bambini quanto le scelte alimentari che tutti noi compiamo quotidianamente impattano sul pianeta. Partendo da questo “semplice gesto” essendo più consapevoli si può già cambiare tantissime cose, è una cosa su cui non si riflette ma che è bene e importante tornare a fare.

Inoltre, ci impegneremo a far crescere la percentuale di giovani e di portarne almeno uno nel direttivo delle


Confrontandosi con gli altri ci sono state delle azioni/progetti che si vogliono portare in trentino?


Confrontandoci in questi giorni e ascoltando iniziative che si fanno nelle varie regioni italiane, una molto bella che possiamo anche noi portare nella nostra regione è quella di redistribuire lo spreco di cibo ancora buono che andrebbe buttato alle persone bisognose, Caritas e non solo, così da ridurre al minimo lo spreco alimentare.


Cosa spinge i ragazzi e le ragazze ad impegnarsi in questo progetto?


Se si ripone fiducia nei giovani dandogli degli strumenti per poter cambiare possiamo nel futuro prossimo vedere un mondo diverso, possiamo sentire aria di cambiamento. Ci vuole l’unione, la collaborazione con uno sguardo rivolto al futuro che condivide e lavora per un obiettivo comune.

Tutto questo solo ed esclusivamente se alla base c’è amore e passione per quello che si fa.

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