Presentata la Guida extravergini 2025
- SlowFoodAltoAdigeSüdtirol
- 27 mag
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Grazie a il T quotidiano ogni secondo e quarto venerdì del mese, Slow Food Trentino cura a partire dal 14 febbraio 2025 una rubrica sulla pagina Terra Madre. Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2025.

Sabato 17 maggio a Torri del Benaco si è svolta la presentazione della “Guida agli extravergini 2025” di Slow Food Editore, raccogliendo i produttori delle regioni del nord Italia, Trentino, Lombardia, Veneto e Piemonte. Giunta alla sua venticinquesima edizione è uno strumento dalle molteplici chiavi di lettura. Coloro che vogliono fare una scelta attenta nell’acquisto di questo alimento trovano nella guida non solo un’indicazione precisa di più di 1.300 oli di qualità, ma anche la garanzia che le 823 aziende segnalate operino nel rispetto degli ecosistemi e con la massima attenzione alle buone pratiche agricole.
Francesca Baldereschi, curatrice nazionale, ne ha sottolineato anche la capacità di instaurare relazioni con il territorio, creando una rete tra i produttori. Venticinque edizioni sono anche altrettante fotografie dell’evoluzione del settore, anno dopo anno, assistendo all’acuirsi della crisi climatica e ai cambiamenti commerciali e di consumo. Novità della guida odierna è l’esclusione delle aziende che hanno impianti intensivi, una scelta politica. «Seppur garantisca bassi costi di raccolta e alta produttività iniziale – spiega Mauro Pasquali, curatore per il Veneto - il suo impatto ambientale in tema di risorse idriche, i costi agronomici, la diminuzione della qualità dell’olio sono problematiche che non possiamo ignorare. L’oliveto superintensivo rappresenta un grave attacco al paesaggio agricolo tradizionale. Le distese monocromatiche di filari geometrici distruggono la bellezza e la varietà del territorio. Senza dimenticare che l’incompatibilità con molte delle cultivar tradizionali danneggia la biodiversità olivicola». Fortunatamente questo modello produttivo non interessa il Trentino, dove la qualità delle produzioni e il rigore delle aziende coinvolte si conferma anche quest’anno.

Una decina le aziende recensite, tutte capaci di ottenere importanti riconoscimenti. Tre di queste – Olio Cru, Laghel 7 e Maso Bòtes – aderiscono al Presidio Slow Food degli Olivi Secolari, a testimonianza di un impegno concreto nella tutela del paesaggio. Laghel 7 e Maso Bòtes hanno ricevuto anche la Chiocciola, simbolo di coerenza con i valori Slow Food. Il premio “Grande Olio”, riservato agli extravergini eccellenti per qualità organolettica, legame con le cultivar locali e territorio, è andato a Frantoio di Riva (“46° Parallelo” e “Uliva DOP Garda Trentino”), all’Azienda Agricola Lucia Casari (“Lagrima – Casaliva”). Il riconoscimento “Grande Olio Slow” è stato infine assegnato a “Origini” di Olio Cru: un extravergine capace di emozionare, ottenuto da cultivar autoctone e con pratiche agricole sostenibili. interessante la presenza in guida di alcune realtà multifunzionali che affiancano la produzione di poche centinaia di olivi a quella principali di vino in Valle dei Laghi, con scelte rigorosamente biologiche, quali le aziende Francesco Poli e Giovanni Poli di Santa Massenza. Segnalate inoltre Brioleum, Francesco Mandelli e Madonne delle Vittore.
A curare le degustazioni e le selezioni degli oli trentini Meri Ruggeri, affiancata da un gruppo di esperti assaggiatori. «L’annata – scrive Ruggeri nell’introduzione - ha visto una quantità di olive in alcuni casi raddoppiata rispetto alla precedente, ma senza un aumento della resa in olio, che si è mantenuta su livelli molto bassi. Le campagne olivicole, sempre più complesse, richiedono un’attenzione crescente, poiché le regole del passato non sono più affidabili. L’andamento climatico dell’anno, caratterizzato da un inverno mite, abbondanti piogge e siccità negli ultimi mesi, ha reso particolarmente critica la fase di raccolta». E al clima, come ha ricordato Marco Antonucci, curatore per la Lombardia e il Piemonte, sono legate altre due conseguenze imprevedibili: il rischio di malattie che prima non interessavano i nostri areali e un contesto in cui le cultivar autoctone rischiano di non rispecchiare più i luoghi dove si sono adattate. Alla presentazione ha partecipato anche Stelio Smotlak, curatore della guida per il Friuli che da quest’anno coinvolge anche l’Istria slovena.

Oltre alle difficoltà legate alla crisi climatica, ha ricordato Meri Ruggeri, in Trentino più che in altre regioni d’Italia si registrano problematiche rilevanti legate ai costi di produzione. È stato calcolato che, nel Garda Trentino, il costo di produzione supera i diciotto euro al litro. Un dato che riflette alcune scelte orientate alla qualità – come la raccolta manuale e l’adozione di frantoi all’avanguardia – e le complessità del territorio, caratterizzato da appezzamenti ridotti e pendii scoscesi. Ma su questi costi incide anche la drastica riduzione delle rese registrata negli ultimi dieci anni. Una situazione che solleva interrogativi sulla sostenibilità economica delle produzioni e, soprattutto, sulla loro accessibilità per il pubblico. Su questo fronte, rimane fondamentale l’impegno nell’educazione al gusto. In Trentino, questo compito è stato raccolto dalla Comunità Slow Food per la cultura dell’olio extravergine, che attraverso un gruppo di assaggiatori esperti porta avanti attività di divulgazione nelle scuole di ogni ordine e grado, nei ristoranti, nelle mense e nelle manifestazioni pubbliche. Un impegno volontario che punta a rafforzare la consapevolezza sull’importanza dell’olio extravergine di qualità, non solo per la salute, ma anche per l’ambiente. Un altro aspetto di novità è emerso nell’edizione 2025 della Guida: «Negli ultimi anni – ha evidenziato Meri Ruggeri - si è parlato sempre più spesso di olio extravergine prodotto a nord del 46° parallelo, considerato il limite estremo per la coltivazione dell’olio. In Alto Adige, pur con produzioni di nicchia, si raggiungono livelli qualitativi elevati grazie al riferimento tecnico e agronomico del vicino Trentino. Un esempio virtuoso è rappresentato dal progetto dell’associazione Contadini Altoatesini di Cortaccia, nato nel 2009, oggi coinvolge 143 conferenti in 25 comuni, arrivando a una quota altimetrica massima di 650 metri».
Al contempo si comincia ad assistere anche in Trentino e sul Garda a fenomeni di abbandono di oliveti per gli alti costi di gestione e le incognite legate al clima. Un rischio altissimo che richiede la massima attenzione. Il ruolo straordinario degli oliveti, veri custodi e moltiplicatori di biodiversità deve essere tutelato. La loro cura genera paesaggi armonici, in cui si manifesta un equilibrio ancora possibile tra ambiente e intervento umano.
Parlare oggi di olivi e oliveti e della bellezza che essi generano attorno al Lago di Garda, ci riempie ancor più il cuore di dolore nel vedere le immagini di piante millenarie che bruciano tra le fiamme in Medioriente. L’olivo, fortissimo simbolo di pace, trasformato in uno strumento di guerra. Queste drammatiche istantanee da una tragedia, ci ricordano che l’impegno di Slow Food per il cibo buono, pulito e giusto ha senso solo se si esprime nell’affermazione di un diritto al cibo per tutti. Giustizia climatica, pace, solidarietà sono il terreno sul quale si deve muovere l’ideazione di un sistema alimentare più equo per ognuno di noi, la natura e la società. L’unico possibile per immaginare un futuro.
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